
Storia di un Falso Culinario
Probabilmente non vi accenderà nessuna lampadina ma nella prima metà del ‘900 il Chop Suey creò un vero e proprio fenomeno di culto.
Divenne talmente popolare da diventare una melodia, Cornet Chop Suey di Louis Armstrong, un dipinto per mano di Edward Hopper, e finì anche sulla copertina del The New Yorker.
Se ve lo state chiedendo, me lo sono chiesto anch’io e la risposta è no. Chop Suey dei System of a Down non ha niente a che fare con ciò che vi sto per raccontare.
Facciamo un passo indietro. Immaginate la California della seconda metà dell’800, quella della corsa all’oro e poi della prima ferrovia transcontinentale. È lì che inizia questa storia.
Erano gli anni che seguivano le guerre dell’Oppio che lasciarono la Cina in forte stato di miseria. Inondazioni e siccità contribuirono all’esodo dei contadini che lasciavano il paese per trovare lavoro altrove. Quando l’oro fu scoperto nella Valle del Sacramento in California nel 1848, un grande flusso di migranti cinesi entrò negli Stati Uniti per unirsi alla California Gold Rush. La costruzione della ferrovia, che nel gennaio del 1864 vedeva solo 21 lavoratori cinesi coinvolti, arrivò a vederne circa 20 mila fino al suo completamento 5 anni dopo.
Gli anni che seguirono videro una crescente ondata di violenza e di discriminazione razziale nei confronti dei cinesi che costituivano agli occhi dei bianchi una minaccia nella ricerca di una nuova occupazione. Nel 1882 fu emanata una legge ignobile, il Chinese Exclusion Act che fu cancellata solo nel 1943. Le occupazioni lavorative di quegli anni riflettevano tristemente la sola posizione sociale che veniva loro concessa. Erano confinati a ricoprire esclusivamente ruoli servili che non costituissero una reale minaccia occupazionale per i bianchi e le lavanderie e i ristoranti divennero il loro tratto distintivo.
Chop Suey House
È in questo contesto che nacque il Chop Suey, il piatto più antico e più iconico della tradizione culinaria cinese americana.

La storia, come spesso accade, non ha superato la prova del tempo ed è arrivata ai giorni nostri con versioni differenti.
In comune hanno l’inventiva di un cuoco che, a corto di ingredienti, preparò una sorta di svuota frigo. Il nome, per l’appunto tsa seui in mandarino, significa frattaglie, americanizzato Chop Suey.
Secondo una versione furono i cuochi che cucinavano per gli operai della ferrovia ad improvvisare questo piatto mettendo insieme riso, verdure e un po’ di carne. Secondo un’altra, un gruppo di minatori americani ubriachi e affamati entrò in un ristorante cinese di San Francisco a tarda notte, proprio mentre il locale era in chiusura. Il proprietario, nel tentativo di evitare uno scontro, decise di servirli comunque portando in tavola un piatto composto dalle rimanenze delle cucina. Una terza versione lo vede nascere sull’East Coast, quando uno cuoco di China Town lo preparò per Li Hongzhang, un alto funzionario cinese in visita a New York.
Il Chop Suey si diffuse in relativamente poco tempo su tutto il territorio statunitense tanto che nei primi anni ’60 del ‘900 la maggior parte dei ristoranti cinesi negli Stati Uniti si chiamava Chop Suey House.
Il Chop Suey è un piatto a base di carne e/o pesce e uova, cucinato velocemente con alcuni vegetali come germogli di soia, verza, sedano e infine coperto da una salsa. Non c’è una ricetta ufficiale poiché non appartiene alla tradizione culinaria cinese e ogni ristorante proponeva la propria versione a seconda della disponibilità degli ingredienti. L’unica pratica comune era usare un wok per saltate gli ingredienti.
Negoziazione tra culture
L’incontro, anche quella culinario, è un processo di negoziazione tra culture che prende in prestito i gusti della tradizione del paese di arrivo e gli regala i profumi e i sapori di quello di partenza. Il nuovo perde tratti dell’originale, ne modifica alcuni e ne inventa altri. Quest’ultimo è decisamente il caso del Chop Suey, che non aveva nessun legame con il paese che rievocava.
Ma a cosa doveva essere uguale un piatto che non aveva alcun riferimento nella madre patria, se non a se stesso? Per gli avventori delle Chop Suey House era una questione di aspettative. Non aveva bisogno di essere autentico, ma bastava che si adeguasse a ciò che per gli americani dell’epoca erano i sapori dei piatti cinesi. Il piatto parlava più del suo pubblico americano che dei suoi cuochi. Del resto sarebbe stato impossibile, in quel contesto di profonda disuguaglianza sociale, introdurre qualcosa di autentico che raccontasse alla pari di un’altra cultura.